BIOGRAFIA
CONFESSIONE DI UN LETTORE
"Menino vanto altri delle pagine che hanno scritto.
Il mio orgoglio sta in quelle che ho letto"
(Jorge Luis Borges)
Confesso. Ho iniziato da bambino inseguendo simpatici conigli e cappellai matti nel meraviglioso paese di Alice. Poi ho fatto il giro del mondo in 80 giorni e ho perlustrato sconosciuti fondali marini a bordo del Nautilus. Ho navigato con Ulisse per terre mitologiche e assieme a Corto Maltese per mari esotici. Sono andato in mare aperto a pesca di balene a bordo del Pequod e alla ricerca di marlin con il vecchio Santiago a largo delle coste cubane. Poi finalmente ho toccato di nuovo terra.
All’inizio dell’Ottocento mi sono trasferito prima in Francia, frequentando Jean Valjean e quegli altri miserabili dei suoi amici, e poi mi sono spostato qualche decennio più in là nelle grandi steppe russe, dove conobbi Levin e Kitty, imbattendomi nella triste storia di Anna Karenina e del Conte Vronskij.
All’inizio del Novecento invece ero in America, dove per un po’ feci l’investigatore privato assieme ad un certo Philippe Marlow che mi insegnò i segreti del mestiere e un modo cinico e disancantato di affrontare la vita. Poi, in compagnia di Jack London, mi persi per un po’ negli abissi dei sobborghi malfamati di Londra e qualche anno dopo mi ritrovai in Portogallo, con il dottor Pereira, giornalista incaricato della pagina culturale del Lisboa, a parlare di filosofia e questioni di cuore, mentre la dittatura di Salazar si faceva sempre più dura.
Scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, e allora lessi il diario di Anna Frank e combattei mille battaglie per strade infuocate e su montagne impervie a fianco dei partigiani, sino a quando finalmente arrivò il giorno della Liberazione. Poi fu il tempo della Guerra Fredda e furono anni di nascondigli, inganni, spionaggi e codici segreti.
A partire dalla fine degli anni sessanta per un lungo periodo della mia vita mi trasferii in Sudamerica, dove passai cent’anni di solitudine con la famiglia Buendia, a Macondo, per poi viaggiare a bordo del Patagonia Express, fino alla fine del mondo, per le Vene Aperte dell’America Latina, in compagnia di ribelli, sognatori e fuggitivi.
Infine ritornai in Europa, girando per le campagne irlandesi in cerca di racconti e in compagnia della gente di Dublino. A bere della birra con Agnes Brown e a cantare ai concerti dei Commitments.
Confesso. In questi anni ho viaggiato senza sosta e vissuto mille vite senza mai pagare un biglietto, tra pagine di racconti, saggi e romanzi. In questi anni mi sono spesso nutrito di parole, tra fantasia e realtà. Confesso che ho letto. E che lo rifarò. Anzi, quando non ne posso più delle pressioni della vita, di solito prendo un treno virtuale per Parigi e vado alla brasserie Dauphine, dove mi aspetta il mio caro amico Maigret, con il suo calvados, e mi faccio raccontare la sua ultima inchiesta. Mentre fuori calano inesorabili le prime ombre della sera, e le brutture della vita, per un po’, restano ad aspettare.
Paolo Mattana©, 2015